MEGLIADINO SAN FIDENZIO

Megliadino San Fidenzio è una ridente località come tante altre ... ma solo a prima vista. Brrrr! Le origini di questo paese, difatti, si perdono nella notte dei tempi. Prima furono portati alla luce i resti di un villaggio paleoveneto risalente al VI secolo a.C. con tanto di necropoli, e successivamente vennero rinvenuti anche un cimitero risalente alla civiltà celtica e numerose ville romane. La zona è fertile di ritrovamenti, grazie soprattutto alla sua posizione tattica per via della vicinanza al fiume Adige e alla strada romana Emilia-Altinate che la attraversava.

Come ogni luogo denso di storia, una leggenda aleggia su questa ridente cittadina. Correva l'anno 964, quando due contadini ricevettero l'ordine da una voce misteriosa di recarsi a Padova e di rivelare al vescovo Gauslino Transalgardo -e già -che in un bosco vicino Polverara si nascondeva un corpo santo. Il vescovo non credette alle loro parole -come biasimarlo -, ma ebbe poi la visione di un'arca in pietra nascosta sotto la terra del bosco di Polverara contenente le ossa del vescovo Fidenzio. Non pensando nemmeno per un momento di aver un po' esagerato con il vino la sera prima, si recò sul luogo indicato dai contadini e fece innalzare un altare dove celebrò la messa. Durante la funzione la terra tremò sotto ai suoi piedi Il vescovo decise allora di far scavare in quel punto ed effettivamente trovò l'arca della visione, dove compariva la scritta: "Corpo beato Fidenzio vescovo e confessore". Gauslino ordinò quindi che la salma fosse trasportata presso la chiesa di Santa Giustina su una barca, ma quando gli accompagnatori del corpo giunsero all'altezza della chiesetta di Roncajette, furono vinti dal sonno. Al loro risveglio si trovarono inspiegabilmente al porto di Este: la barca era andata controcorrente! Provarono allora a tentare la via di terra, mettendo l'arca su un carro trainato dai buoi e condotto da un angelo. Fin qui nulla di strano. Ma una volta davanti alla chiesetta di San Tommaso i buoi si rifiutarono di avanzare, mentre l'angelo scomparve dopo aver piantato un pungolo che fiorì immediatamente e in seguito divenne un grandioso rovere.

Non avendo molta scelta, si decise di deporre il santo capriccioso, nella cripta della chiesa e di rinominare la chiesa di San Tommaso intitolandola a San Fidenzio. Il rovere piantato dall'angelo, a causa di un fulmine, fu abbattuto nel 1680 e dopo pochi anni fu eretta una colonna di pietra, ancora oggi presente a pochi passi dalla chiesa. In seguito nello stesso punto fiorì un germoglio che diede vita a un nuovo maestoso rovere.
Questa pianta nei primi del Novecento era così imponente da ospitare il laboratorio di un calzolaio, ma nel 1919 venne definitivamente abbattuta da un furioso uragano. Che forse questo capriccio non sia tanto piaciuto a san Tommaso?

 

   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori